venerdì 15 maggio 2020

Step 15: limiti dello sviluppo

LA TEORIA DEL CONTROLLO DELLE NASCITE

Il grafico dello scenario "reference run" de "I limiti dello sviluppo", 1972



Nel 1972 fu pubblicato il rapporto "I limiti dello sviluppo", commissionato dal Club di Roma al Mit di Boston. Tra le importanti questioni trattate emerge la preoccupazione per la futura crescita demografica, che in pochi anni sarebbe aumentata esponenzialmente, portando ai problemi dell'esaurimento delle risorse alimentari e naturali, dell'inquinamento e del crollo economico.
 Una soluzione proposta fu quella del "controllo delle nascite", una politica demografica restrittiva che si imponeva di ridurre e regolarizzare la natalità, soprattutto nei paesi meno industrializzati e più popolosi. Questo progetto, si prometteva di stabilire un equilibrio nel mondo tra risorse e densità demografica, cosi' da impedire alle funeste previsioni sul futuro mondiale, portate alla luce proprio dal documento del club di Roma, di avverarsi. 
L'idea del controllo del tasso di natalità, che avrebbe permesso la sopravvivenza della popolazione futura, evitando esaurimento di risorse e crolli, fu portata nel 1974 alla conferenza mondiale dell'Onu che si tenne a Bucarest, e che vide uno scontro, su questo tema, tra i paesi industrializzati che erano a favore sull'adozione di tale politica restrittiva, e quelli più arretrati, che ritenevano che la colpa di questo incontrollato aumento demografico fosse da attribuire all'eccessiva dipendenza economico-politica.
Alcuni fattori decisivi per questa politica di controllo furono, ad esempio, l'aumento delle adozioni, oppure lo sviluppo e l'emancipazione delle donne il cui ruolo, nella società e nel mondo del lavoro, all'epoca non ancora comune, venne sempre più rafforzato e promosso. 
Si può, infine, citare la "politica del figlio unico", introdotta in Cina nel 1979 e abolita nel 2014, che, pur con una serie di conseguenze negative, contribui' a rallentare drasticamente il tasso di natalità del paese più popolato al mondo.




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