"Lo scandalo Cambridge Analytica"
Il 12 luglio 2019 la Federal Trade Commission ha stabilito che la società di Facebook avrebbe dovuto pagare una multa del valore di 5 miliardi di dollari, la più elevata comminata dall'ente americano ad un'azienda hi-tech, per lo scandalo, risalente al 2015, legato alla società Cambridge Analytica.
Il caso riguarda il controllo, illecito e senza consenso, da parte di questa società di raccolta dati, dei profili facebook di 86 milioni di utenti a scopi di marketing e, soprattutto, politici, con il presunto obiettivo di influenzare le elezioni americane del 2016, o, anche, per favorire la Brexit inglese.
Il social network, che era a conoscenza, come dichiarato da Zuckemberg stesso al senato americano, delle azioni commesse dall'azienda, è stato, dunque, accusato di mancanza di controlli e tutela della privacy dei propri iscritti e di non aver denunciato il reato commesso dalla Cambridge Analytica.
Il controllo illegale e il "furto" dei dati è avvenuto attraverso l'uso di un'app, denominata "This is your digital life", che proponeva a utenti, pagati, un test psicologico, tuttavia, durante lo svolgimento di questo test, la società andava a spiare e controllare i profili di amici, parenti e conoscenti di questi, arrivando, in brevissimo tempo, a gestire le informazioni private di milioni di account.
Dopo quanto accaduto Facebook, come molte altre applicazioni simili, ha dichiarato l'intenzione di potenziare e di irrigidire i controlli sulla privacy e sui contenuti pubblicati a tutela di tutti gli iscritti.
Questo è solo uno degli scandali più eclatanti (anche Google era stato sottoposto a simili accuse, nonchè costretto a pagare una multa salata) che evidenziano quanto i social network, al giorno d'oggi, siano in grado di gestire e controllare i nostri dati personali,.
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