domenica 29 marzo 2020

Step 4: mitologia

La mitologia egizia

Nell'antica cultura egizia Maat era una dea antropomorfa rappresentata con una piuma in testa. Incarnava i concetti di ordine, legge, equilibrio, dominio e controllo: secondo il mito, infatti, la dea era stata mandata sulla terra dal dio Ra, suo padre, per portare l'ordine e sconfiggere il caos e controllare che tutti gli uomini rispettassero le leggi divine. Non solo, ma questa divinità, ma questa divinità aveva un ruolo fondamentale anche nel celebre atto della psicostasia, ovvero la pesatura del cuore dell'anima dei defunti: la sua piuma determinava se l'anima potesse raggiungere l'aldilà oppure no. 








Rappresentazione figurativa della dea Maat









La mitologia cinese

Simbolo noto della tradizione e del mito cinese è il dragone: una creatura rappresentata sotto diverse forme animalesche, di cui la più comune era quella di un gigantesco serpente, che simboleggiava forza e dominio, non a caso era il simbolo del potere dell'imperatore su tutto il territorio. Il dragone però era anche ritenuto responsabile del controllo di fenomeni atmosferici quali le piogge, i tifoni e le alluvioni. Infatti inizialmente questa creatura era solo benevola e di buon auspicio, successivamente le è, però, stata associata una natura malevola, poiché ritenuta capace di poter controllare e provocare alluvioni e catastrofi naturali.







Immagine di un dragone cinese


La mitologia greca

Nel grande mondo del mito greco, invece, emerge, riguardo al tema del controllo, Sophrosyne (dal greco "sos" sano e "phren" diaframma), personificazione della Prudenza, era considerata la divinità dell'autocontrollo e della riflessione interiore. E' conosciuta anche con altri appellativi come Elpis (speranza) e Pistis (buona fede, affidabilità). Nei miti, nei poemi e nelle tragedie non è rappresentata tanto come una vera e propria divinità, ma più che altro come una virtù tipica dei grandi eroi, in grado di conoscere i propri limiti e, soprattutto, di controllare i propri impulsi, passioni ed emozioni senza sfidare gli dei, peccando cosi' di "ubris", uno dei peccati più comuni e gravi secondo la cultura greca. Soprattutto nei miti tragici o nelle tragedie stesse l'assenza di controllo di sè stessi degli eroi è il filo conduttore della storia. Molti sono gli esempi: dal mito di Dedalo e Icaro nel quale quest' ultimo, non essendo riuscito a controllare la propria curiosità e desiderio, muore sotto gli occhi di suo papà, alla vicenda di Prometeo che, dopo aver sfidato gli dei, subisce un'atroce punizione. Massima fonte sono poi i poemi omerici: infatti si possono esaminare molti eroi che non riuscendo a controllare rabbia, ira, passione e ambizione condannano tragicamente i loro destini e quelli dei loro cari. Si pensi ad Achille la cui "ira funesta infiniti addusse lutti agli Achei", ma non solo, a Paride che, travolto da un amore e passione incontrollabili per la bella Elena, la rapisce portando allo scoppio della celebre guerra. Un altro esempio è rappresentato da Agamennone che, non riuscendo a controllare e dominare la sua tracotanza e superbia, non condanna soltanto la sua vita, ma anche quella della sua famiglia, raccontata nella tragedia di Eschilo. Nel mondo della tragedia, poi, l'assenza di autocontrollo, l'incapacità di gestire i propri sentimenti e le proprie emozioni, trasgredendo anche alle leggi sia terrene sia divine è un tema molto rilevante, tanto che si trova alla base degli studi del filosofo Nietzsche che divide in apollineo e dionisiaco il mondo della tragedia: da una parte si trova la capacità di controllarsi e di gestirsi, dall'altro l'irrefrenabile e totale libertà dominata da ebbrezza e piaceri fisici.











Scena di battaglia dipinta su un vaso greco


La mitologia romana

La tragedia di Seneca "Medea" è una perfetta rappresentazione dell'assenza di controllo delle proprie passioni da parte, in questo caso della protagonista, e delle conseguenze catastrofiche che ne derivano. Questo mito era già stato riportato dal tragediografo greco Euripide. Secondo diversi studi però che mettono a confronto le due tragedie la Medea senecana è una donna completamente dominata dal suo "furor" amoroso e dal desiderio incontrollabile di vendetta nei confronti del suo amato Giasone. Questo mancato controllo di sé la porta non solo ad uccidere la nuova futura sposa di Giasone, ma i suoi stessi figli, perdendo del tutto la sua umanità e trasformandosi in una perfida maga vendicatrice.                       
Un altro esempio simile si ritrova nell'Eneide di Virgilio, nel racconto di Didone. Didone era una donna forte che, da sola, era riuscita a prendere il controllo del suo popolo, una volta rimasta vedova, dando vita alla grande città di Cartagine. Tutta questa forza scompare quando la donna si innamora perdutamente dell'eroe Enea: ella infatti perde completamente il lume della ragione quando l'uomo la abbandona, fino ad arrivare al suicidio. Al contrario Enea riesce a gestire perfettamente i suoi sentimenti e a controllare i suoi impulsi, consapevole del destino che lo attende. Due figure entrambe innamorate l'una dell'altra ma con una opposta capacità di autocontrollo.


 





Dipinto raffigurante Enea alla reggia di Didone a Cartagine





Il romanzo distopico

Nella cultura moderna molto rilevante assume il romanzo distopico, che si può vedere come una sorta di mito moderno, in quanto descrive situazioni lontane dalla realtà ma che fanno emergere valori, ideali e concetti facilmente associabili alla società contemporanea. Esempi di questo genere letterario sono "1984" di george Orwell, "Brave new world" di Aldous Huxley e "Farhenheit 451" di Ray Bradbury. Tutte queste opere si concentrano su un tema centrale: il controllo mentale. In questo caso però non si tratta, come per la mitologia classica, del controllo individuale e della capacità di gestire i propri impulsi, ma del dominio di potenti su un'intera società utopica. Nel primo il controllo viene effettuato da parte di un famigerato dittatore il cosiddetto "Grande Fratello" che non appare mai ma che si impone tramite gli organi di governo e le forze armate. Nel romanzo di Huxley, invece, la società futura è rigidamente controllata tramite pratiche scientifiche quali, ad esempio, il controllo delle nascite oppure l'indottrinamento psicologico, fino al controllo eugenetico della popolazione. Infine, l'opera di Bradbury descrive una realtà utopica dove i libri sono banditi dal governo, altra repressiva forma di controllo e assuefazione della comunità. Emerge dunque in questi romanzi appartenenti al secolo scorso un'idea di controllo esterno e più globale, a seguito anche dell'impatto che i tre grandi totalitarismi avevano avuto sulla società.

  Copertina dell'opera "1984"








(Fonti:




  

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